Se vogliamo andare avanti come esseri umani penso che potremmo iniziare vedendo i nostri limiti come opportunità, contribuendo a vicenda per la nostra qualità di vita. Questa citazione mi ha fatto pensare che può esserci un legame tra i giocattoli per la disabilità e Gianni Rodari, lo scrittore italiano di romanzi per bambini.
Sono stato ispirato da questo concetto: pensare che la Disabilità sia una parola sottovalutata, a volte è considerata come una scusa per creare confini, classi, timbri. Raggruppa le persone, e lo fa anche rispetto alle loro Abilità. Il problema è che la Disabilità è una parola che si “diffonde”, tende ad avere un comportamento a macchia d’olio: una volta pronunciata si diffonde su tutta la persona che ne è la destinataria.
Ma siamo proprio sicuri che la Disabilità non possa invece essere considerato solo l’altra faccia dell’Abilità?
Sono sicuro che ognuno di noi ha qualcosa in cui è davvero capace, mentre in alcune altre cose viene realmente messo in difficoltà, in una modalità di rifiuto e di messa in discussione, giusto? Allora, cosa ne dite se diciamo che ogni singola persona ha “abilità potenzialmente migliorabili” piuttosto che contrassegnarle come “Disabili”?
Penso che Disabilità sia una parola sottovalutata e incompresa. Mi può raccontare della mia Disabilità a capire i miei sentimenti quando qualcosa va storto, a svolgere un compito apparentemente semplice come andare a comprare un paio di pantaloni che mi stiano bene, nel mio impulso irrefrenabile di mangiare o bere più di quanto io voglia o abbia bisogno. La Disabilità è solo l’altra faccia dell’Abilità. E ci sono un sacco di modi per creare Abilità.