Il gioco stimola la creatività, l'apprendimento e lo sviluppo dei bambini, motivo per cui giocattoli…

ROBOTICA E DESIGN DEL GIOCATTOLO A SERVIZIO DELLA DISABILITA’
L’applicazione della tecnologia all’ambito medicale è un tema spesso ricorrente, così come quello della collaborazione tra robotica e design del giocattolo a servizio della disabilita’. Sono tanti i casi studio che dimostrano come il progresso in questi campi è sostenuto da menti illuminate e da team di progetto formati da persone con background diversi e all’apparenza opposti ma che, proprio per questo, portano a risultati sorprendenti.
C’è ad esempio Marino, un robot umanoide modello ‘Nao’, sviluppato dalla SoftBank Robotics e recentemente donato al reparto pediatrico dell’ospedale di Bologna per assistere bambini con malattie oncologiche; di recente sviluppo anche Milo, un ragazzino all’apparenza ma un grande passo in avanti verso l’educazione dei bambini con autismo sviluppato dalla Statunitense RoboKind. Se ne potrebbero citare tanti a dimostrazione che l’interesse verso l’argomento è alto e fortunatamente rimane vivo soprattutto a causa dei feedback positivi sui pazienti.
Leka si inserisce perfettamente in questo argomento, dimostrando un approccio unico ed interessante rispetto alla cooperazione tra robotica e design del giocattolo a servizio della disabilita’. Leka innanzitutto non ha un aspetto umanoide. A differenza degli altri robot presenti sul mercato si presenta come una sfera con un display, un robot dalla forma semplice ma che nasconde una tecnologia unica nel suo genere. Questo smart toy interattivo infatti è progettato per essere un compagno dei bambini con bisogni speciali, per sviluppare in loro motivazione ed educarli tramite il gioco. È testato infatti che i robot siano benefici per i bambini autistici o con altro genere di disabilità, soprattutto perché invitano ad instaurare un rapporto empatico, aiutandoli nelle interazioni con l’esterno.
Dietro a questo progetto, che ha raccolto nell’ultima campagna su IndieGogo il 152% della somma richiesta, ci sono ingegneri informatici, UI/UX designers, esperti di ergonomia, di autismo e genitori, ognuno con un apporto fondamentale per lo sviluppo a 360° del giocattolo. Leka infatti è stato testato con più di 100 bambini autistici o con bisogni speciali tra Francia e Stati Uniti sotto la supervisione di genitori, esperti del settore e terapisti.
La sfera viene programmata attraverso un applicazione che può essere utilizzata sia dal bambino che dal genitore/terapista, ed attraverso la quale si scelgono le attività ed i giochi interattivi (tutto open source). Leka viene riconosciuta dal bambino come un divertente compagno di giochi che lo ricompensa tramite luci, espressioni e suoni. Gran parte delle attività sono focalizzate sulla comprensione e sullo sviluppo delle emozioni, oppure propongono giochi di movimento ed educativi per sviluppare nel bambino competenze molto diversificate.
Ma il ruolo di Leka non si ferma alla semplice interazione con chi ci gioca: la sfera durante le attività educative monitora e raccoglie continuamente dati sull’utilizzo e sugli sviluppi del gioco rendendoli poi fruibili e facilmente leggibili tramite l’app a genitori e terapisti. A questo punto è spontaneo immaginare (e sperare) una diffusione in scala mondiale di questo robot, e quindi una raccolta dati in costante aggiornamento e facilmente alla portata degli esperti, volta al miglioramento delle cure terapeutiche per patologie specifiche.
La forza tangibile di Leka sta nell’aver sradicato la robotica e design del giocattolo a servizio della disabilita’ da centri specializzati ed ambienti unicamente terapeutici per entrare nelle case di tutti i bambini con necessità speciali, dove vivono la loro vita quotidiana e dove si sentono più al sicuro. Questo non solo per la sua natura ludica ed interattiva, ma anche grazie ad un prezzo competitivo rispetto alla media dei robot con scopo terapeutico.