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UN INVENZIONE PER AIUTARE I BAMBINI CON IL DIABETE
Solo in Italia le persone con il diabete tipo 1 (DT1) sono circa 300.000. Questa specifica malattia è anche chiamata diabete giovanile o insulino-dipendente poiché si presenta solitamente in giovane età e si cura esclusivamente con punture di insulina. Lo sa bene la designer messicana che ha progettato un invenzione per aiutare i bambini con il diabete.
Laureata alla Parsons School of Design in Product Design, Renata Souza Luque ha iniziato a progettare THOMY dopo aver scoperto che a suo cugino di 6 anni era stato diagnosticato il diabete. Nonostante sia un problema abbastanza esteso, la conoscenza di questa patologia non è molto diffusa. Per progettare un invenzione per aiutare i bambini con il diabete, la designer ha impostato la sua ricerca sull’osservazione della routine quotidiana del suo familiare. Oltre ad osservare una dieta estremamente controllata, un paziente affetto da DT1 deve affrontare dalle 2 alle 5 iniezioni di insulina al giorno. Questo comporta il portare sempre con sé una serie di strumenti, quasi mai progettati per l’utente principale: il bambino.
Tra le altre criticità individuate Renata ha deciso di concentrarsi su tre elementi fondamentali:
- la rotazione del punto di iniezione (che non può essere lo stesso due volte di seguito)
- l’ergonomia della penna per iniezione (quasi mai a misura di bambino)
- l’importanza di somministrare l’intera dose di medicinale
Da questi elementi è iniziata la progettazione di un invenzione per aiutare i bambini con il diabete.
THOMY è un dispositivo medico per l’iniezione di insulina. Consiste in dei tatuaggi che visualizzano le zone delle punture e una siringa. Il tatuaggio temporaneo ha dei puntini colorati che il bambino rimuove uno alla volta con dell’alcool prima di ogni iniezione. Quando, dopo circa tre giorni, le macchie di colore sul tatuaggio sono tutte eliminate, il bambino rimuove il primo tatuaggio e ne fa un secondo in un altro punto del corpo. La ‘penna’ per iniettare l’insulina ha un design giocoso e accattivante, oltre ad essere compatibile con tutte le cartucce di medicinale sul mercato. L’impugnatura è progettata per assecondare e facilitare i movimenti che il bambino compie per iniettarsi il farmaco nelle diverse parti del corpo e l’estremità è realizzata in termoplastica che fornisce feedback visivi al paziente quando è il momento di rimuovere l’ago.
Il tatuaggio è parte fondamentale di questo progetto e, come tale, è stato ideato in modo oculato. La designer ha progettato 3 illustrazioni diverse, scegliendo delle tematiche divertenti e accattivanti per il bambino, come pianeti e razzi, pesci o aerei di carta. Le motivazioni di questa scelta sono legate soprattutto all’idea che il bambino non deve percepire Thomy come un dispositivo medico, non deve sentire il peso di una cura da portarsi dietro e di un ‘marchio’ sulla pelle. Il tatuaggio deve essere qualcosa di bello, da mostrare con fierezza ai propri amici.
Ultimo elemento, ma non meno importante è il packaging del set. ‘Più che sulla forma del case per questo prodotto, mi sono concentrata sullo sviluppare un attaccamento emozionale al prodotto. Volevo che fosse qualcosa che i bambini con il DT1 fossero orgogliosi di portare con sé e mostrare senza vergogna’. Queste parole dell’inventrice di THOMY sintetizzano bene il pensiero che dovrebbe essere alla base di una progettazione per il medicale. Soprattutto quando gli utenti sono i più piccoli bisogna impostare bene la fase di ricerca e lasciare spazio all’osservazione diretta (ne abbiamo parlato anche in questo articolo), per arrivare a progettare qualcosa di efficace, come THOMY, che trovi il giusto equilibrio tra dispositivo medico e giocattolo.