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Se i giocattoli potessero comunicare con la luce

Mi è piaciuto particolarmente questo articolo del Disney research programme. Io personalmente sono uno di quelli di base un pò critici con la tecnologia, soprattutto quando viene utilizzata “ad albero di natale”, però anche un pò perchè mi sento invaso dalla sua presenza sovrabbondante e a volte onestamente inutile. Con questo intendo dire che quando penso alla tecnologia per prima cosa penso alle sue effettive ripercussioni sul processo educativo, ai suoi effettivi benefici piuttosto che essere impressionato dalla “tecnologia per la tecnologia”. In questo caso mi è piaciuta molto la magia del risultato…E’ già un pò che sappiamo che la luce può essere utilizzata per la comunicazione (basti pensare all’impiego delle fibre ottiche nelle connessioni a banda larga) ma pensare che questo risultato possa essere raggiunto anche attraverso l’emissione da sorgenti comunemente diffuse in un appartamento, come lampade e LED è abbastanza una novità. Mi ha ricordato un modo di comunicazione un pò obsoleto, il codice morse, e mai come nei periodi di crisi il ritorno delle vecchie scoperte è più che benvenuto. Ultimamente ho visto usare il morse anche il film di fantascienza piuttosto futuristici (vedi Interstellar) anche se in questo caso il risultato sembra puntare parecchio più in alto. Almeno sulla tecnologia. Mi piace abbastanza la magia di “dipingere un vestito di luce” con una bacchetta magica, ed anche l’uso di Arduino per l’elettronica in un ottica opensource. Probabilmente questi processi possono costituire dei passaggi per lo sviluppo di altri prodotti più mirati dal punto di vista educativo. Del resto non sarebbe la prima volta che grandi aziende fanno grandi sperimentazioni per poi non arrivare da nessuna parte se non all’ennesimo gadgettone.

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