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GIOCARE INSIEME SI PUÒ, GRAZIE AL DESIGN INCLUSIVO

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GIOCARE INSIEME SI PUÒ, GRAZIE AL DESIGN INCLUSIVO

Uno dei desideri più comuni nel cuore dei designer di giocattoli è quello di progettare un gioco che possa far divertire tutti i bambini del mondo o, quanto meno, il numero più alto possibile. Sappiamo però che non è una sfida facile, non a caso si tende a progettare per l’utente medio in modo da soddisfare il maggior numero di persone…gli altri si adatteranno! Ma quando parliamo di giochi di gruppo non c’è cosa peggiore di dover escludere qualcuno dal parteciparvi sin dall’inizio; e se ci mettiamo nei panni di un bambino cieco o con una qualsiasi disabilità motoria questa situazione potrebbe capitarci spesso. Ma giocare insieme si può, grazie al design inclusivo, e ce lo dimostrano due progetti di cui vi parliamo oggi.

Prima di raccontarveli però, voglio fare un passo indietro e introdurvi brevemente il design inclusivo ovvero il design accessibile a tutti, anche a chi ha una qualche disabilità. Non è certamente un tema nuovo, basti pensare che l’Universal design ed il Design for all sono metodologie progettuali che hanno radici negli anni ‘60 del secolo scorso; i risultati però non sono facili da individuare, sia perchè ‘non fanno notizia’ restando nel limbo degli addetti ai lavori sia perchè spesso e volentieri gli output progettuali non riescono ad essere all’altezza del mercato di massa. Di conseguenza restano prodotti destinati ad un gruppo ristretto di persone, spesso con disabilità, invece che essere for all. Se guardiamo al design per la disabilità il discorso si infittisce con prodotti complessi ed esteticamente discutibili, soluzioni molte volte discriminanti che non considerano l’aspetto umano o il piacere sensoriale ed emotivo legato all’uso di un oggetto. Il design inclusivo ha come obiettivo quello di eliminare il concetto di utente medio e progettare per includere le differenze; è possibile progettare per valorizzare le peculiarità di ogni individuo con output armonici, è possibile disegnare oggetti che non debbano essere ‘per qualcuno’ o ‘anche per qualcuno’ ma che siano per tutti.

È il caso del gioco di carte Uno che fa un passo in avanti in questo senso con Uno Braille, un nuovo mazzo di carte con diciture braille in un angolo per consentire ai non vedenti di riconoscere il numero e il colore della carta, comunque stampati come nella versione tradizionale del gioco. Attraverso questo gioco, e alla forza commerciale della Mattel, azienda produttrice, il design inclusivo può raggiungere i negozi di giocattoli di ogni città ed avere una diffusione alla pari di altri prodotti. Ce lo conferma Mark Riccobono, presidente della National Federation of the Blind, che ha collaborato alla progettazione del gioco:

UNO Braille sta facendo molto più che rendere questo amato gioco più accessibile; contribuisce anche a promuovere l’importanza e la normalità del Braille inserendolo in luoghi che le persone potrebbero non aspettarsi e integrandolo tra i giochi dei bambini non vedenti [Mark Riccobono]

Anche nel mondo del gaming cominciano a vedersi i primi movimenti e a farli sono due leader del settore ovvero Microsoft e Logitech. Il primo con il l’Xbox Adaptive Controller ed il secondo con il Logitech G Adaptive Gaming Kit, rispettivamente un joypad e un kit di accessori per lo stesso adatti al gioco da parte di tutti, senza limitazioni. Il joypad, oltre ad essere esteticamente pulito ed in linea con i prodotti Xbox, è progettato in maniera funzionale ed ‘aperta’ perchè consente, grazie ai 19 jack sul retro, di associare qualsiasi dispositivo extra diventando un hub per pulsanti ed accessori necessari.

[su_youtube url=”https://youtu.be/9fcK19CAjWM”]

Ma è con l’intervento di Logitech che questo prodotto, già interessante per se, acquisisce un valore in più; Logitech G Adaptive Gaming Kit è un set di 12 accessori (tavolette di velcro, pulsanti di varie dimensioni ecc…) da associare al joypad Xbox, totalmente personalizzabile dall’utente che può configurare i settaggi in base ai diversi giochi della consolle. Anche questo set rispetta l’attenzione all’estetica e al dettaglio e la combinazione dei due prodotti fa invidia ai gamers normodotati che possono così intravedere nuovi scenari e possibilità di gioco, oltre a nuovi avversari!

Giocare insieme si può, grazie al design inclusivo e il constatare che tre grosse aziende come quelle menzionate in questo articolo stiano andando in questa direzione fa ben sperare. Non dico questo perchè abbiamo a cuore le grandi aziende, anzi spesso sono piccole realtà (studi di design, aziende, associazioni…) che pongono le basi per la ricerca e la discussione, ma è inevitabile riscontrare che le mosse fatte da questi nomi noti contribuiscono a indicare le nuove direzioni del mercato, e accendono i riflettori su temi poco esplorati…e se parliamo di design inclusivo è bene che se ne parli il più possibile.

Se siete interessati al tema, vi consiglio di spendere altri 5 minuti per guardare il video sottostante che racconta il processo di sviluppo del controller e del kit con interviste a utenti disabili che hanno contribuito alla progettazione e testato il prodotto finale. 

[su_youtube url=”https://youtu.be/DnHOFfLCpig”]

edited by Carlo Sabbatucci