Ci sono oggi molte proposte per risvegliare i bambini grazie agli STEM toys e Zowi, un robot intelligente che aiuta i bambini a scoprire come funziona la tecnologia, non fa eccezione.
Zowi è un progetto di bq che ha proposto un sistema evolutivo nel creare questo robot intelligente per i più piccoli. Al momento Zowi viene portato nelle scuole per permettere ai bambini dagli 8 anni in su di imparare a codificare e programmare durante il gioco in un ambiente tecnologico sicuro e divertente.
Quindi, pur essendo un giocattolo, ha un ecosistema educativo con un ampio percorso pedagogico.
Zowi è un robot intelligente open source, il che significa che l’ecosistema fisico, il codice e l’app sono stati tutti resi disponibili gratuitamente in modo che chiunque possa comprenderlo e modificarlo.
Quando la luce passa attraverso la nostra cornea (superficie trasparente dell’occhio) verso la pupilla (l’apertura all’interno dell’occhio) questa raggiunge il nostro cristallino che lo focalizza sulla retina (la parte posteriore dell’occhio), dove viene convertito in un segnale nervoso e portato dal nervo ottico al cervello. Ora questo sistema di connessione crea ricordi nel nostro sistema nervoso e questi ricordi sono quindi correlati alle altre parti del corpo per generare movimento ed eseguire compiti. Ecco perché questa azienda ha creato “Baby Visual Stimulation Cards”, delle card sensoriali che esercitano la vista del bambino e lo guidano attraverso i suoi primi anni di scoperta visiva.
I designer di giocattoli e i marchi di giocattoli consentono alla prossima generazione di esplorare le meraviglie dell’infanzia e raggiungere il loro pieno potenziale. Ma anche le generazioni future devono ereditare un ambiente pieno di promesse. Il più delle volte, i bambini diventano troppo grandi per i giocattoli o li scartano a causa dell’usura, e quindi questi giocattoli finiscono nelle discariche. Lavorando insieme per recupero e riciclo dei materiali, possiamo assicurarci che i giocattoli di oggi non diventino i rifiuti di domani.
Con il lancio di Mattel PlayBack Mattel ha compiuto un passo in avanti per rendere il gioco più sostenibile e responsabile, ispirato dalle logiche dell’Economia Circolare. PlayBack è un programma di recupero e riciclo dei giocattoli che consentirà alle famiglie di migliorare l’impatto ecologico dei loro giocattoli una volta che i loro bambini avranno finito di giocarci. Il nuovo programma è stato progettato per recupero e riciclo dei materiali dei vecchi giocattoli Mattel per i futuri prodotti Mattel. Una volta raccolti, i giocattoli vengono separati per tipo di polimero e puliti (se necessario). Il materiale viene quindi estruso in pellet di plastica per creare nuovi prodotti riciclati, quando possibile. Per i materiali che non possono essere riutilizzati come contenuti riciclati in nuovi giocattoli, Mattel PlayBack ridurrà il ciclo di tali materiali o li convertirà da rifiuti in energia.
“Il gioco non dovrebbe avere una durata di conservazione o essere buttato via”, scrive l’azienda. “Progettiamo giocattoli da amare, accarezzare e tramandare da una generazione all’altra e miriamo a realizzarli con materiali che possano vivere in nuovi giocattoli e in nuovi modi”.
Il programma, inizialmente, accetterà solo i giocattoli a marchio Barbie®, Matchbox® e MEGA® per il riciclo ed altri marchi si dovrebbero aggiungere in futuro. Al momento è disponibile negli Stati Uniti e Canada, oltre che in Francia, Germania e Regno Unito attraverso partner di riciclaggio di terze parti.
I rifiuti sono un grave problema per le nostre comunità e per il nostro pianeta, sia che si parli di discariche traboccanti o di oceani inquinati. Proteggere il pianeta potrebbe sembrare un lavoro per adulti, ma anche i bambini possono aiutare. Questa iniziativa di Mattel aiuterà a far progredire l’economia circolare nell’industria dei giocattoli e insegnerà ai bambini l’importanza di proteggere il pianeta. Questo programma di giocattoli è una grande impresa finanziaria da parte di Mattel per il loro percorso verso la sostenibilità, un impegno che l’azienda ha preso chiaramente.
La complessità del mondo moderno è sotto gli occhi di tutti, spesso ci spiazza, ci coglie impreparati e ci mette di fronte ad argomenti o scenari che non sappiamo come affrontare. Tematiche come la discriminazione, l’emarginazione, il cyberbullismo sono all’ordine del giorno sui quotidiani e troppo di frequente i protagonisti di queste vicende sono i più piccoli perchè fragili o ingenui. Per contrastare questi fenomeni nasce Webecome, un servizio per prevenire il disagio sociale nella scuola primaria promosso da Intesa San Paolo.
Se credete che non ci sia più spazio per le novità in ambito educativo, se quando pensate all’innovazione vi vengono in mente solamente Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale e se dividete le emozioni del bambino in estrema felicità e pianto isterico, beh dopo questo articolo dovrete ricredervi. Nella nostra incessante caccia ai progetti stimolanti, ci siamo imbattuti in QUID+, una giovane realtà editoriale italiana che rappresenta un’innovazione importante per l’educazione di bambini e genitori.
“I bambini sono capaci di guarire se stessi, hanno solamente bisogno delle giuste condizioni per farlo”. Oggi partiamo da questa frase per raccontarvi un nuovo progetto, un set di sei bambole in legno per la terapia del gioco, vincitore dell’ultimo Kids Design Award di Colonia.
Se ci seguite da un po’ sapete che il tema della programmazione alla portata di bambino è tra quelli che ci interessano particolarmente (se non avete letto gli altri articoli sull’argomento, potete recuperare qui o qui); questa nostra attenzione deriva sia dal boom di prodotti che hanno popolato il mercato del giocattolo, sia dal grande potenziale educativo di questi giochi. In questo articolo vi presentiamo Robo Wunderkind, un robot facile da costruire, che ha appena concluso con successo una seconda campagna su Kickstarter.
La professione del designer è radicalmente cambiata negli ultimi decenni, continua ad evolversi ricevendo stimoli sempre più interessanti e affrontando sfide dall’impatto globale; non vi diciamo nulla di nuovo ma è bene ogni tanto fermarsi a pensare a come il nostro mestiere di progettisti sia strettamente legato ad un contesto sociale ed osservare come influenzi e sia influenzato dal progresso tecnologico ed umano. Mi è capitato ultimamente di fare questi ragionamenti quando ho scoperto ed approfondito la ‘Design for Children’s right guide’, ovvero la guida per progettare rispettando i diritti dei bambini ed agire al cuore del processo creativo.
C’è qualcosa di magico tra i 5 e i 12 anni. Se avete mai scambiato due parole con un bambino di questa età capite di cosa parlo, è facile restare affascinati dall’enorme capacità di immaginazione che si sviluppa a partire dalla fase di crescita post-infanzia, sino alle porte dell’adolescenza. Quello che come designer maggiormente invidio è la naturalezza nell’invenzione di un gioco, un’attività o un oggetto totalmente svincolati da limiti economici o funzionali. Non è un caso che varie tecniche di generazione di idee, come il brainstorming, spingano proprio a tornare bambini, a liberare il flusso di pensieri da ogni vincolo produttivo o pratico sul presupposto del fatto che non esistono idee sbagliate, a diventare piccoli inventori per grandi idee.
L’innovazione nel mondo del giocattolo può nascere in tanti modi, con un nuovo materiale, una nuova tecnologia o delle idee fuori dal normale. Capita altre volte che la differenza parta da una strategia, una serie di scelte e azioni che porta un’azienda a posizionarsi su un piano diverso rispetto ai suoi competitors. È il caso di Sago mini, uno studio di progettisti di giocattoli, un luogo di contaminazioni ma soprattutto un’azienda, un brand che si occupa di progettare uno storytelling tra gioco fisico e digitale per bambini in età prescolare. Questa realtà canadese è interessante in particolare per l’approccio aperto al progetto e per la pianificazione aziendale che ha portato avanti dal 2013 ad oggi.
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